Mongrassanesi illustri

I personaggi più illustri della storia di Mongrassano


Descrizione

Carlo SANTORO

Visse nel XIX sec. Padre del più famoso Rubens. Fu tra i più importanti pittori calabresi. A lui sono attribuite molte opere, specie affreschi, ma di certo fu autore di un busto in legno dedicato a San Francesco da Paola, delle statue di Santa Caterina d'Alessandria, di Santa Filomena, della Madonna del Carmine e dell'Immacolata, ancora oggi conservate a Mongrassano nella chiesa parrocchiale.
Ebbe commissioni anche fuori paese e scolpì la statua della Madonna del Rosario che si conserva nella Cattedrale di S. Marco Argentano e una tela che è nella chiesa dello Spirito Santo di Cosenza Altre sue opere si trovano nelle chiese di Cervicati, ed uno stupendo dipinto ad olio della Madonna del Carmine nella chiesa di Cavallerizzo.
Filinto SANTORO
Nome completo Benvenuto Filinto Enrico Francesco, figlio di Carlo, nacque il 9 febbraio 1863 (come da atto di nascita di questo Comune) da Giovannina Belmonte e Carlo Santoro, pittore e scultore. In molte biografie confuso con un non meglio identificato Rosalbino. Laureatosi a Napoli in ingegneria civile, emigrò in Brasile, dove diresse la costruzione di numerosi e monumentali palazzi: il palazzo del governo ed il Kursaal nello stato di Bahia; il palazzo del governo e la cattedrale in Manoes. Compilatore della legge edilizia e direttore generale dei lavori pubblici nello stato di Espirito Santo, ed ispettore delle scuole italiane in Rio de Janeiro. Morì, probabilmente, nel 1934.
Rubens SANTORO
autografoNome completo Gustavo Adolfo Rubens, nacque a Mongrassano il 26 ottobre 1859 (come da atto di nascita di questo Comune), da Giovannina Belmonte e Carlo Santoro, pittore e scultore, che gli diede i primi insegnamenti. Particolarmente dotato per le arti grafiche, fu portato dallo zio paterno Giovanni Battista (1809-1895, padre degli artisti Filippo e Francesco Raffaele), uomo di lettere e critico letterario, a Napoli, affinché perfezionasse le sue doti naturali. Nella capitale partenopea, Santoro frequentò per un solo anno l'Istituto delle Belle Arti, sotto la guida del famoso pittore Domenico Morelli.
Le sue prime esposizioni, grazie all'assistenza dello zio Giovanni Battista e del maestro Morelli, avvennero già nel 1874, riscuotendo un grande successo di pubblico e di critica. La sua arte fu rinomata a Napoli, Verona e Venezia, per poi essere famosa e stimata anche a Parigi e Londra. La sua più grande estimatrice fu Margherita di Savoia, la quale lo fece conoscere anche allo Zar delle Russie Nicola II. Le sue opere più importanti sono "La bottega dell'antiquario", in cui è rappresentata una giovane fanciulla afflitta dal dolore di doversi privare di un oggetto a lei estremamente caro; "L'ultimo gradino", dove aleggia un’atmosfera di serena religiosità nello sguardo perduto della vecchia che attende la sua ultima ora; "II Rifugio", la mestizia del tempo.
paesaggio idealeDelle sue opere, la tela dal titolo “Paesaggio ideale” è tutt’oggi custodita a Mongrassano, nel Palazzo del Municipio, dov’è possibile ammirarla.
Morì il 30 dicembre del 1941, lasciando un indelebile ricordo non solo tra i suoi estimatori, ma anche tra il popolo di Mongrassano, abituato ai successi di questo suo figlio.
Le sue opere si trovano in molte collezioni private e pubbliche e possono essere ammirate nei musei di Capodimonte a Napoli e al civico di Torino. L’opera “Paesaggio ideale” è conservata presso il Municipio di Mongrassano. Dopo la sua morte si sono tenute delle personali postume a Firenze nel 1970 a Napoli e a Roma.
Angelo SARRI
Avviatosi al sacerdozio, dimise la talare per indossare la toga. Nel 1823 fu nominato Presidente del Tribunale Civile di Cosenza e, poi, della Gran Corte Criminale della Basilicata in Potenza. Morì nel 1848. Il suo elogio funebre fu tenuto dal poeta Vincenzo Padula.
Domenico SARRI
Nacque nel 1810. Di famiglia agiata, studiò nel collegio di San Marco Argentano e fu compagno di Vincenzo Padula. Nel 1848 fu tra i maggiori promotori calabresi delle rivolte popolari antiborboniche. Assunse il comando del 1° Battaglione Albanese e, con i suoi uomini, partecipò alle rivolte di Paola impedendo lo sbarco delle truppe borboniche sul litorale tirrenico, per poi spostarsi nei Campi militari di Spezzano Albanese e di Cassano. Questa partecipazione ai moti del ’48 gli valse, infine, nel 1850 una condanna a morte da parte della Gran Corte Speciale di Cosenza. Sfuggì tuttavia alla pena capitale. Secondo una versione fantastica, subito dopo tale sentenza, Carlo Santoro si sarebbe recato a Napoli ed avrebbe offerto una sua scultura alla regina la quale, commossa e conquistata dalla grazia dell'arte, avrebbe ottenuto per il Sarri la commutazione della pena di morte in quella del carcere.
Nel 1860 fu tra i massimi protagonisti della spedizione dei Mille in Calabria, che sostenne finanziariamente in prima persona. Nominato Capo Legionario della insurrezione popolare, partecipò con le sue truppe alla battaglia di Soveria Mannelli col compito di sbarrare il passo della Crocetta. Guadagnò il titolo di maggiore. Dopo l'Unita d'Italia, tornato a Mongrassano carico di onori e di gloria, vi morì nel 1876.
Silvio TAVOLARO
Laureatesi a Napoli in giurisprudenza, ha fatto ritorno nel paese natale dove ha iniziato la sua attività di procuratore legale presso la Procura di San Marco Argentano e il Tribunale di Cosenza. Si racconta che, dopo aver con successo difeso un ladruncolo, restò disgustato dall'applicazione della legge e smise la professione. Proseguì gli studi abbracciando la carriera in magistratura. Con una luminosa carriera ha ricoperto le più importanti cariche raggiungendo quella di Presidente della Corte di Cassazione. E' morto a Roma a metà degli anni '60.
Nicola VETERE
Fu tra i più famosi inventori del XIX secolo. Spirito irrequieto ed avventuroso amò viaggiare sia in Europa che nel Sud America. Stabilitosi in Argentina inventò un nuovo tipo di cassaforte con ben 570 combinazioni che ebbe un ottimo successo mondiale. Venne insignito di numerose onorificenze e fu il fornitore delle Banche Nazionali di Spagna e di Argentina.

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